esercizi interiori

 

gli esercizi interiori

una breve storia G.I. Gurdjieff (1866-1949) e J.G. Bennett (1897-1974), dedicarono le loro vite alla ricerca della consapevolezza e alla trasmissione agli altri di tecniche pratiche per lo sviluppo dell'uomo. Bennett, uno studente di Gurdjieff e uno dei principali promotore delle sue idee,1 ricevette da Gurdjieff un nutrito corpo di esercizi interiori attraverso i quali è possibile partecipare attivamente al proprio sviluppo.

A Parigi tra il 1948 e 1949, durante un ultimo slancio di creatività, Gurdjieff introdusse molti esercizi interiori. Ciò che Bennett imparò a Parigi nel 1949, nel 1924 all'Istituto vicino Fontainbleu, e ciò che apprese direttamente e indirettamente da molti degli studenti di Gurdjieff che erano suoi compagni e amici, Bennett lo praticò successivamente, ne fece ricerca e lo sviluppò ulteriormente, per formalizzarlo e insegnarlo a centinaia dei suoi studenti fino alla sua morte nel 1974.

gli esercizi interiori vengono praticati da seduti, ma differiscono interiormente da molte tradizionali tecniche meditative, richiedendo spesso un'attenzione attiva sostenuta e una chiara intenzione interiore per attualizzare la trasformazione dell'energia nel corpo. Con consapevolezza, il/la praticante degli esercizi, in base allo scopo del particolare esercizio, sposta la sua attenzione in specifiche aree del corpo, o sistemi, parti, organi. Mentre mantiene lì l'attenzione, "percepisce" "sente" "conosce" ciò che è lì, ovvero, diventa presente all'energia dentro il corpo e una specifica parte del corpo, accettando il modo in cui la sente e "vede" o la visualizza. In un secondo momento o in seguito il/la praticante cambia, maneggia o influenza ciò che è presente in base allo scopo dell'esercizio particolare. Sembra complicato? Non è così in realtà. Questi esercizi sono sistematici e sviluppati progressivamente nel tempo con una pratica regolare.

In breve, il lavoro degli esercizi interiori comincia con quello che è presente nel corpo, rendendo possibile il ritorno allo stato fisiologico dell'essere naturale, e ci prepara ad andare avanti verso una creazione, verso l'emergere di qualcosa per la nostra propria realizzazione o fare e per ciò di cui possiamo essere responsabili. Per esempio, gli esercizi degli impulsi di rilassamento e gli esercizi di riempimento con la sensazione hanno, rispettivamente, lo scopo di accrescere un istintivo "lasciare andare" delle tensioni al livello del sistema corporeo e ad approfondire e risvegliare la consapevolezza della propria vita al livello dell'energia del sentimento.2

memorie non dimenticate A un certo momento, spesso intorno all'età di undici o dodici anni, i bambini si svegliano alla possibilità di controllare le proprie vite e a partecipare al loro proprio sviluppo. Tuttavia, nella nostra cultura occidentale, viene data scarsa attenzione a questi risvegli, pochi adulti comprendono tali momenti, e le istituzioni educative non li valorizzano. Di conseguenza, le memorie di meraviglia e bellezza dell'infanzia, di essere vivi in un corpo che cresce, sono spesso dimenticate per sempre.3 Cionondimeno, la nostra naturale capacità di ristabilire, ritornare e ri-organizzare noi stessi per il nostro vero bene raramente si atrofizza oltre ogni possibilità di rinnovamento. Perciò non è inconsueto, nel viaggio della propria vita, incontrare altre persone che hanno bevuto a una fonte sotterranea di conoscenza "dimenticata".

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note

1. John G. Bennett scrisse più di trenta libri su Gurdjieff e i suoi insegnamenti, di cui gran parte sono pubblicati. Le opere di John G. Bennett si possono trovare online visitando www.bennettbooks.org, con più di duecento titoli tra libri, CD musicali e DVD sull'Insegnamento di Gurdjieff. torna su >>

2. Vedi anche, J.G. Bennett. Transformation, Santa Fe: Bennett Books, 2003, p. 7, 19, e 96:
"[Trasformazione è] il processo attraverso cui un uomo può andare oltre i limiti della sua propria natura... Ritengo, senza tentare di produrre la dimostrazione che giustifica la congettura, che tutti noi abbiamo l'urgenza di cercare questa trasformazione e che è proprio questo bisogno che distingue l'uomo dalle bestie."
"Dovremmo considerare la trasformazione come qualcosa che sta accadendo qui e ora. Dipende da ciò che facciamo, e questo a sua volta dipende da ciò che ci spinge e ci dirige"
"... ci sono sette livelli di rilassamento, cominciando con il "lasciar andare" le tensioni dei muscoli volontari e scorrendo attraverso 'abbandonamenti' di nervi, sentimenti, pensieri, desideri...è semplice ottenere uno stato rilassato del corpo attraverso il duro lavoro fisico, un abile massaggio, la sauna o simili mezzi. Questi sono tutti utili, ma non possono produrre il profondo rilassamento che stiamo cercando. Per questo, dobbiamo imparare come realizzare una connessione diretta tra la nostra volontà (la nostra consapevolezza) e le parti del corpo che desideriamo rilassare...Imparare a rilassare è pertanto un primo passo verso il controllo volontario sui processi fisiologici e psicologici che di solito si ritengono essere al di fuori del potere di controllo della nostra volontà." torna su >>

3. Un ricordo non dimenticato di Elizabeth Bennett, che fu annotata nelle sue memorie, viene descritta dal suo biografo Ken Pledge: "Una sera del 1924, quando Elizabeth aveva sei anni, all'ora di andare a letto mentre giocava vicino all'albero di alloro in giardino, la bambinaia la chiamò dal prato. Lei si alzò e il sole era nei suoi occhi. La tata la chiamò di nuovo e Elizabeth era riempita di forza. Lei veniva chiamata, e se lei non avesse risposto nessun altro l'avrebbe fatto. Stava in piedi lì fissando la luce dorata del sole, consapevole di se stessa per la prima volta." torna su >>

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